Connor Alex - 2012 - Goya Enigma by Connor Alex

Connor Alex - 2012 - Goya Enigma by Connor Alex

autore:Connor Alex [Connor Alex]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, Historical, General
ISBN: 9788822727749
Google: wbGHDwAAQBAJ
editore: Newton Compton
pubblicato: 2019-04-17T22:00:00+00:00


35

Fu lo squillo aggressivo e incessante del telefono a ridestarlo dal sonno. Sobbalzando, Ben fece cadere a terra qualche foglio e, in un primo momento, non riuscì a ricordare se fosse in Spagna oppure a Londra. Poi rammentò i rumori che aveva sentito e si rese conto di essersi addormentato sulla scrivania e di averli semplicemente sognati.

Sentendosi uno sciocco, afferrò il telefono. «Pronto?»

«Ben?».

Quando sentì la voce di Abigail, si rilassò. «Dove sei?», le chiese.

«A Londra. Mio padre sta meglio, e io volevo venire a casa da te. Dovrò tornare da lui tra qualche giorno, ma per ora ho trovato un’infermiera che mi può sostituire… Stai bene?», domandò.

Non accennò al problema che stava avendo, al rigonfiamento sottocutaneo sul lato sinistro del viso. Un rigonfiamento di cui non si era accorto nessuno, a parte lei. Troppo piccolo per essere visto, ma non abbastanza per non essere percepito al tatto.

«Sto bene, tesoro. Stanco…».

«Si sente. Non sarai rimasto tutta la notte in ospedale, vero?».

Si stropicciò gli occhi per svegliarsi.

«Sono tornato per il giro delle visite, ma dovevo essere più stanco del previsto perché sono crollato in ambulatorio». Fuori, l’orologio a pendolo dell’ospedale batté le dieci. E Ben, all’improvviso, si ricordò del teschio. «Sei a casa mia?»

«No», disse lei, sorpresa. «Sono a casa mia».

«Non andare a casa!».

«Ma…».

«Te lo spiegherò dopo, ma tu non ti avvicinare a casa mia».

«Ha qualcosa a che vedere con Leon?», domandò lei, turbata. «Ben, cosa sta succedendo?»

«Non posso spiegartelo per telefono. Ne parliamo a voce quando ci vediamo». Fece una pausa, poi le confidò una cosa che gli stava ronzando in testa già da un po’. «Ho parlato con Gina. Era ancora a casa. Mi ha detto che ha perso il bambino di Leon».

«Oddio, mi dispiace…».

«Sono partito da Madrid senza dirle niente. Ho preso solo gli appunti e il portatile di Leon».

«Non le hai detto niente?», ripeté Abigail, sbigottita. «Hai preso e te ne sei andato così, su due piedi? Non è da te, Ben».

«Non mi fido di lei».

«Perché no?»

«Perché mi ha mentito. E se ha già mentito una volta, potrebbe mentire su tutto. Era molto interessata al teschio. Troppo interessata. Gina non sa che l’ho preso io, pensa che sia ancora a Madrid, ma sembrava impaziente di rientrarne in possesso». Ripensò alla scena. «Ed era riluttante all’idea di mostrarmi gli appunti a cui stava lavorando Leon…».

«Quindi li hai rubati?»

«Era mio fratello!».

«E lei era la sua compagna», mormorò Abigail con tatto. «E stava portando in grembo suo figlio».

«No, non è vero».

«Ma se hai appena detto…».

«Lo so cosa ho detto. Gina sostiene di aver perso il bambino di Leon. Be’, potrà anche essere stata incinta, ma il bambino non era suo. Leon ha avuto gli orecchioni quando aveva diciotto anni. Mio fratello era sterile».

Abigail prese fiato.

«Il bambino non era suo. Magari si è inventata tutta questa storia per farsi compatire, per avermi dalla sua parte. Chi lo sa. è una manipolatrice ed esercitava una grande influenza su Leon, era sempre così entusiasta al pensiero che scrivesse quel libro sulle Pitture nere. Malgrado



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